Gocce taglienti – di Rossella Gallori

Era finito tutto, un piatto di pasta fredda, servito male, lei era stata cestinata, sostituita…
Aveva bestemmiato in silenzio, pianto sogni, ingoiato parole e ricordi, senza digerirli mai…non sarebbe stata però, così vigliacca da negare che era innamorata e che non lo avrebbe mai odiato, nemmeno quando le appariva in sogno, deridendola bonariamente, si qualche volta lo avrebbe voluto morto, ma non lo avrebbe mai ucciso, non con le sue mani …no.
Poi quella sera, quel rumore freddo, gocce taglienti, come lame di Toledo, la riportarono indietro di mesi, di notti….stille d’acciaio le avevano aperto il cranio, un ritmo cattivo ed incessante.
Qualcuno propose addirittura di riascoltarlo, una crudeltà involontaria, che le fece ancor più male…rimase ancor più colpita quando venne identificato come: un suono d’ oriente, un sitar vibrante, un carillon…ed altre cose ancora….solo lei , allora , odiava quel meccanico rumore? E la riportava a quel commiato crudele?
Si alzò lentamente, tastoni trovò la finestra, il buio quando dura a lungo è solo una luce diversa, la spalancò….per respirare meglio….un attimo e….Il tonfo fu violento…eppure nel silenzio del tramonto nessuno si accorse di nulla….no, nessuno si accorse che se ne era andata
E’ tratto da un pezzo più ampio, troppo intimo per pubblicarlo tutto, ma fidatevi è bellissimo anche la parte che non è qui….
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Sollevi un lembo di velo su un frammento di vita e ci accompagni a viverlo insieme a te.
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Vorrei trovare parole bellissime e inedite per dire quanto questo brano mi sia entrato nel cuore. Invece entro in punta di piedi nel buio che se dura a lungo è solo una luce diversa.
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