Crollo in galleria – di Ivana Acciaioli

Guglielmo aveva vent’anni quando partì per la guerra e affrontare la vita di soldato in Africa fu davvero dura. Aveva lasciato la famiglia e Bruna la giovane fidanzata di diciassette anni, portando negli occhi il suo bel faccino dai lineamenti delicati e armoniosi.
Tutti gli uomini del paese lavoravano alla costruzione della direttissima Firenze-Bologna.
Tra Vaiano e Vernio si sentivano rimbombare colpi dal buco nero della galleria, erano stangate metalliche, ritmate, talvolta stridenti, date con forza da braccia robuste allenate fino ad allora al lavoro nei campi, che seppure duro, in quel buio umido e polveroso, appariva come un ricordo di libertà. Niente era paragonabile allo sferrare colpi sulle fredde rotaie, il ruggire del martello contro il ferro provocava scintille che non erano certo sprazzi di gioia.
Bruna ogni giorno si recava in galleria per portare il pasto al babbo e allo zio. Si inoltrava malvolentieri nell’oscurità, il rumore di ferraglia la stordiva e impauriva. Quel giorno con in tasca la foto del suo Guglielmo ritratto nel deserto, non poteva sapere che sarebbe rimasta sotto il crollo e il suo bel visino sfigurato per sempre.
Fu uno degli incidenti peggiori, una vera tragedia, il potente fragore della montagna che si ribellava alla mano dell’uomo superò tutte le percosse inferte.
Il padre di Bruna morì, lei restò sfigurata. Non osava più aspettare il ritorno del suo amato.
Guglielmo tornò completamente calvo penalizzato dal sole del deserto.
Due giovani vite colpite, trasformate.
Si sposarono forse più per impegno che per amore.
Non mi sembrarono mai veramente felici quei miei zii.
Non si è mai felici del tutto quando si hanno tragedie alle spalle…amare poi diventa impossibile. Vita vera …
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la vita può essere matrigna con alcuni
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scoppio di dolore incontenibile
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