Non passano velocemente certi giorni – di Stefania Bonanni

Certi giorni mi sono sentito così: come una ciotola piena di croccantini, in una casa dove hanno arrotato il gatto.
Risecchito, rattrappito, indurito, inutile. E non passano velocemente, certi giorni.
Il senso più all’erta, è l’udito. Tutto il resto funziona solo al bisogno.
Sto attento ai rumori perché danno un senso, scandiscono tempi vuoti.
C’è il rumore della sveglia. Poi quello del carrello con la colazione, quella che riempie la ciotola. Poi, a volte c’è il sole, si può stare un po’ fuori. E a volte si incontra anche qualcuno da ascoltare. Non sapevo che anche i pensieri sono come i croccantini inutili. Ci si può allenare a non avere pensieri. Allora, non si parla più, si ascolta e basta. E il sentimento migliore è augurarsi che i giorni passino, che quando ne finisce uno, è il momento in cui ne nasce un altro. Se non ci fosse fine, non ci sarebbe inizio.
Per questo, è benvenuto il momento della chiusura, ogni notte. Quello delle chiavi attaccate al mazzo che le contiene tutte, e che sbatacchiando sulle inferriate delle porte, le chiudono ogni sera con l’ultimo rumore prima del silenzio.
….certi giorni…ad esempio il martedi pomeriggio si incontrano persone speciali….ed è sempre una bellissima sorpresa…. scrivere…leggere …leggerti…
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le immagini insolite di Stefania che non potresti sostituire tanto arrivano come frecce al sentimento!
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