Rumori di ferraglia

Il fantasma sferragliante – di Nadia Peruzzi

Nella casa dei Jones c’era un fantasma. Lo dicevano in molti. Era per questo motivo che non si riusciva a venderla e era disabitata da tempo. Il sindaco era preoccupato perché la casa vittoriana era molto bella e rischiava di andare in rovina.

Gli venne un’idea per verificare quanto la notizia fosse vera o solo una stupida diceria che si tramandava ben oltre il lecito.

Propose di passare una notte intera dentro la villa, insieme al consiglio comunale al gran completo.

Si diedero appuntamento in una notte senza luna. Entrarono e andarono tutti a sistemarsi nella vecchia biblioteca . Era lì che a detta di molti, da anni, si sentivano rumori spaventosi. Avevano tutti un po’ di timore anche se cercavano di non darlo a vedere mentre se ne stavano in silenzio senza che si sentisse alcun rumore.

Arrivò in un attimo. All’improvviso un clangore che sembrava venire dall’altro mondo invase la stanza e si propagò in tutta la casa facendoli rabbrividire.

Era uno sferraglio insistente, lugubre, cadenzato come se dei cingoli fossero in movimento o una grossa catena venisse trascinata lungo una scala senza fine.

Si accorsero in breve che in un punto coperto dalla pesante libreria si sentiva con forza particolare. Era nitido e penetrante, un vero fastidio per le orecchie, e di ritmato non aveva più nulla. Era uno sbattere furioso e senza regole, colpi a caso ma con una costanza e una energia quasi sovrumane.

Spostarono libri, mossero soprammobili senza  che accadesse nulla. Qualcuno ad un certo punto toccò uno degli alamari del camino e all’improvviso un cigolio ebbe la meglio sui rumori metallici che si erano presi la scena fino a quel punto. Ci volle pochissimo perché il varco si aprisse del tutto.

Quello che videro li lasciò di sasso. Avevano davanti un vecchio rugoso dai capelli grigi e lunghi, barba incolta fin quasi alle ginocchia, occhi febbricitanti e abbacinati per la luce che c’era nella stanza. Li guardava fisso, come se fossero loro gli alieni.

Aveva in mano una spada e indosso una vecchia armatura.

Era rimasto chiuso in quel ripostiglio segreto per un numero imprecisato di anni, disse dopo essersi ripreso.

Era accaduto durante la caccia al tesoro che la famiglia Jones aveva organizzato la sera prima di traslocare definitivamente. In tutti quegli anni usando la spada e facendo leva pure sull’armatura aveva cercato di farsi sentire. Batteva colpi furiosi ma fino a quella notte non era servito a niente, nessuno aveva sentito, nessuno lo aveva liberato dalla sua prigione.

Sembrava al settimo cielo quando abbracciò e baciò tutti i presenti. Erano ancora a bocca aperta quando se ne uscì da casa, sferragliando felice.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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