Rumori nella notte – di Chiara Bonechi

…non gli piacevano i rumori della notte…
Sua moglie era partita per qualche giorno, accadeva raramente e lui non era abituato a rimanere da solo, non si sentiva a proprio agio nel silenzio della sua casa, niente cigolio di porte, niente tonfi di sportelli che si aprono e si chiudono, gli mancavano il rumore dell’aspirapolvere, gli squilli del telefono e le sue chiacchiere, senza di lei la casa piombava davvero nel torpore.
Era una sensazione strana a cui certo sarebbe sopravvissuto ma che si intensificava verso sera, quando la luce del sole si faceva lieve per lasciare spazio al crepuscolo e all’oscurità.
Aveva comunque deciso di gustarsi la casa apprezzando la solitudine, non gli dispiaceva sentirsi avvolto nel silenzio e muoversi nelle stanze che, come ovattate, gli apparivano perfino più grandi.
Una cena fugace, uno sguardo al computer, al giornale, una telefonata per rassicurare moglie e figli e poi finalmente spaparanzato sul divano alla televisione.
Il sonno arrivò prima del solito, forse era la noia di quella situazione che lo portò a letto presto.
Si rigirò una, due, tre volte, poi solo ascolto: una macchina che arriva, un cancello che si apre, un motorino che accelera e voci di gente che si saluta con toni troppo alti per quell’ora della notte.
Tutto rimbombava, poi silenzio ma solo per un attimo.
Da sopra percepì un calpestio, leggerissimo, e poi un ticchettare, di sicuro erano i gatti nelle loro fughe notturne e poi un fruscio, forse si stava alzando un po’ di vento.
Basta!
Non gli piacevano i rumori della notte.
Si alzò e andò a bere.
Chiara: potenza della semplicità.
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