Una storia è cresciuta dentro un’altra

E per compagno di vita un libro – di Carla Faggi

Biblioteca di Ponte a Niccheri: Pierantonio non ama frequentare questi luoghi. Li considera deposito di libri vecchi, vecchissimi, di polvere e di oscurità. Ci vede solo ombre! Di ogni tipo, lunghe, corte, grassocce e deformi; e c’è un silenzio indefinito, scandito solo da un fruscio di mani che le toccano, le sfogliano, una cantilena quasi assordante.

Ogni libro ha un suono che ogni mano che lo sfiora trasforma. Entrare in una biblioteca è come vivere dentro una bolla di sapone con in sottofondo una melodia lieve. Lui non ama questa atmosfera ovattata, non la trova piacevole.

– Hei, Dottor Antonio, ancora qui? Ma non ci stai mai in ginecologia a Ponte a Niccheri?- gorgheggia una voce femminile.

Lui sgrana i suoi grandi occhi color nocciola. Si sveglia dal torpore del suo stato d’animo polveroso ed ombroso e  sorride alla splendida ragazza, vero scopo della sua visita in biblioteca, seduta in sala lettura.

È bellissima, pensa. I suoi capelli biondi risplendono nella luminosità della sala.

I coloratissimi libri ben disposti sugli scaffali attorno le fanno da cornice.

Sembra una Madonna! Anzi, no! Le Madonne non sono bionde, sembraaa…una cortigiana del Re Sole!

-Stavo cercando un libro – balbetta ancora rapito ma senza dimenticarsi di imbronciare la sua bella bocca carnosa che sa essere punto di forza nella conquista delle femmine.

– Cosa cercavi? Vuoi che ti aiuti?

– Beh, sai…cercavo qualcosa di particolare, che mi possa aiutare a capire il mondo – intanto si aggiusta, carezzandoli, i capelli castani tagliati all’ultima moda- …il mio posto nel mondo…perchè sono qui ora…perchè appena due ore fa ho aiutato una vita a nascere, e quella vita avrà uno scopo più alto della mia, sicuramente perchè non siamo niente nei confronti dell’Universo….e… parla e guarda la splendida bionda.

Ogni fruscio diventa volo d’angelo. Quella cantilena che prima gli sembrava così assordante diventa musica soave. Quel sottofondo ovattato si trasforma in melodia.

-… oh Antonio, che animo gentile e che profondità di pensiero…vieni, andiamo che ti aiuto a cercare i libri adatti che possano aiutarti-

Disteso sul letto, un grosso cuscino alle spalle con la finestra spalancata che illuminava prepotentemente la stanza, Pierantonio sfogliava il libro con interesse parziale. Doveva leggerlo, se poi lei gli avesse chiesto qualcosa non voleva deluderla, ma di tutta quella psicoterapia della Gestalt, dell’aggressività della libido, non ne poteva più.

Si rilassa e cerca di chiudere gli occhi.

All’improvviso un’ombra scura gli si para davanti, è enorme, tenta di abbracciarlo, lui fugge ma viene fermato, si tiene alla spalliera del letto, ma una forza lo risucchia, lo spinge in un buco nero senza fine, il tempo non esiste più, lui stesso non esiste più. C’è solo il nero, il caldo, l’infinito.

Un urlo stridente gli fa spalancare gli occhi: È lui che sta istericamente urlando! È lui che sudato fradicio, il cuore scalpitante, stringe il libro al petto quasi a farsi male.

Ok, calma, ricominciamo, leggiamo questo libro…la seduzione nella vita del soggetto egotista…la conquista dell’altro sesso per conquistare se stesso…la nevrosi come prematura pacificazione del conflitto…

Però è interessante…qualche problemino forse ce l’ho…qualche fissazione…beh! Lo continuerò domani, ora mi sembra di bruciare, forse ho la febbre.

No, non ho la febbre, è che questo Freud, anzi in questo caso Jung e la sua “Teoria della Gestalt” mi ha proprio rotto le scatole!

E poi io ho le visioni, proprio come Santa Ildegarda, e se mi curassi con le erbe? Vediamo allora questo libro “la farmacia di Santa Ildegarda”: Finocchio che vince la malinconia, salvia che consola, profumo di rosa che rallegra…uhm…

Mi sembrano un po’ antichi come rimedi!

Rufola tra i libri presi alla biblioteca di Ponte a Niccheri: forse il Dott. Bach con i suoi fiori, ecco! L’insicurezza che porta alla ricerca della conquista e non all’impegno diceva Jung: mi sembra faccia al caso mio Scleranthus…si aggiungendo anche… Pine per il senso di colpa…è vero, sono perfido con le femmine, inaffidabile, non è giusto poverine, ok Pine è perfetto per me, io sono un senso di colpa vivente…

Non è stato sincero, i libri erano delle scuse. Voleva solo far colpo su di lei. Ma l’aveva illusa.

Si rendeva conto che riusciva a far del male per delle motivazioni futili. Era ingiusto, si sentiva in colpa e voleva espiare.  Posa il libro di Giuseppe Berto “La cosa buffa” che lo stava ispirando in quel momento e spalanca la finestra di casa, appoggiandosi al davanzale a dorso nudo.

– Non merito pietà. Il mio corpo sarà martoriato dal freddo, mi ammalerò, forse morirò, è giusto che succeda per ripristinare la giustizia e l’equilibrio. Soffrire per aver fatto soffrire!

Sente freddo, ma è un refrigerio piacevole – è una stoica rassegnazione all’espiazione profonda. Il freddo sarà il mio carnefice!

Quando nel  balcone di fronte vede una splendida donna, allora si rassetta i capelli, ma solo un poco, sa che “il trasandato” piace.

Dicono che per pagare e morire c’è sempre tempo, anche per soffrire, pensa e sorride alla ragazza.

Ma le prime decisioni sono sempre le più determinanti e Pierantonio il giorno seguente è a letto con febbre alta e una bella bronchite.

Riesce però a leggere, e finisce la sua attuale lettura che gli ha fornito l’ispirazione alla bronchite pret a portet, poi inizia “Espiazione “ di Ian Mc Ewan.

La protagonista la sua espiazione la trova nella scrittura, pensa, e riflette, la prossima volta scrivo!

Inizia così a scrivere la sua biografia ( tutte le persone importanti ne hanno una, pensa).

Racconta di quando a tre anni si trasferì con la famiglia a Los Angeles da Avellino, ricordi sfuocati di disagio e sofferenza, e poi quando rientrò in Italia, a Firenze, a diciassette anni, appena in tempo per studiare e laurearsi in Medicina. Di come si sentiva senza patria e come il suo italiano con forte accento americano glielo ricordava continuamente. Si era sempre sentito come in bilico sul filo spinato, senza capire all’inizio l’ironia dei fiorentini e con la difficoltà a sentirsi accolto.

Disagio che naturalmente non aveva con l’universo femminile. Era  ben accettato, anche troppo. Per questo si era dedicato totalmente alle donne, anche in campo professionale. Essere medico ospedaliero con specializzazione in ginecologia lo gratificava abbastanza. La scoperta continua del femminile gli creava soddisfazione e irrequietezza allo stesso tempo.

Nell’universo tenebroso, buio ma accogliente della natura della donna aveva incentrato tutte le sue paure ma anche tutte le sue aspettative.

Raccontò quindi delle sue donne, delle avventure, del mordi e fuggi, di come conquistava le femmine e del relativo soprannome di Dottor “Tuttamore”.

Di come sfuggiva dai rapporti seri con l’altro sesso, e si limitava alla soddisfazione della conquista.

Scrisse tanto…riempì pagine e pagine.

Scrivere di noi e per noi è come vivere di nuovo, reinventarci. Rivedere il nostro vissuto con compassione, perdonandoci; magari ricordando particolari dimenticati ma essenziali per capire ed accettare, liberandoci dalle colpe e le insoddisfazioni.

Scrivere è fermare i pensieri, chiarirli.

E Pierantonio capì che doveva capirsi. Accettò che doveva accettarsi.

Mise un punto su quel capitolo, ora si sentiva pronto a viverne e  scriverne uno nuovo.

Andò al lavoro più tranquillo quella mattina, si incamminò veloce nel corridoio del reparto, e come sempre, ma ora con la consapevolezza e l’orgoglio di farlo, guardava il suo riflesso nello specchio di ogni vetro e non dimenticava le sue ormai mitiche occhiate mielose alle giovani infermiere che espressamente apprezzano .

Non voglio più farmi problemi con le donne, pensa, io le amo tutte. È tanto bello quando faccio nascere una femmina, quando ne vedo la testina spuntare, e poi la vedo uscire con prepotenza femminile, ed il pianto, anche quello è diverso, più deciso, più determinato. Si le femmine sono veramente un miracolo divino!

Si sente come uno scienziato della vita.

Vuole essere il medico delle donne, il loro primo medico di riferimento.

Seguirle nel loro mistero femminile fin dalla nascita, poi in ogni fase della crescita, con il loro corpo che cambia, si evolve, muta le  abitudini e la  psicoemotività.

Fino alla menopausa che è una tappa biografica importante che coinvolge corpo, mente, desideri e organi del corpo femminile.

Per curare occorre prima conoscere il paziente, comprenderne i disagi, le preoccupazioni, curarne la mente oltre che il corpo.

Pensa ai libri che lo hanno guidato in queste riflessioni. Libri come compagni di vita! Pensa alla ragazza della biblioteca che lo ha indirizzato verso quelle letture e riflessioni. Andrò a trovarla, pensa, la inviterò ad uscire.

Miracolo di un libro, di una donna, del suo lavoro? Non lo sa il Dottor Pierantonio, ma accelera il passo, le sue donne hanno bisogno di lui e c’è un parto da seguire, e “speriamo che sia femmina”, pensa, proprio come suggerisce il titolo di un vecchio film.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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