Vita – di Luca Di Volo

Stava per morire….e lo sapeva. Come tutti quelli che silenziosamente si aggiravano nella stanza. Medici silenziosi controllavano una flebo, aggiustavano un catetere, e poi si allontanavano senza parole.
All’esterno, nel vasto corridoio parenti ed amici scuotevano la testa, allargavano le braccia: si udivano i soliti mormorii “La scienza medica ha i suoi limiti…non si può fare di più…” E se ne andavano dondolando il capo.
Ora la stanza è vuota, il morente si è appena un po’ appisolato. Dalla finestra socchiusa s’insinua un refolo profumato di vento, si avvolge e circonda il malato, due volte, tre volte…tanto quanto basta per aspirare gli umori e le cose cattive…poi si allontana per depositarle dove non possano nuocere.
Passano tre ore. Perplessi dal silenzio prolungato due infermieri entrano nella camera e vedono il moribondo seduto sul letto che li apostrofa: ”Ho fame..portatemi una bistecca!”…
Un putiferio, arriva di corsa il primario, tutti gli assistenti ossequiosi con sgomento non possono far altro che constatare che quello che doveva spirare era in perfetta salute…gli esami obiettivi e strumentali non lasciavano dubbi.
E fu una corsa di dotte e lunghe disquisizioni, pomposi articoli pieni di dottrina..alla fine fu trovata una diagnosi, che tradotta in volgare suonava come un ”Boh!!” …..solo detto meglio.
Ma a nessuno venne in mente la verità: che a guarirlo era stata la Primavera..nient’altro che la Primavera..
Molto carino, mi ricorda quel geniaccio di Buzzati!
"Mi piace""Mi piace"