Scalare la roccia

Lacrime di gelo – di Anna Meli

Scalare è faticoso ma bello; sentire lacrime di gelo scorrere sul viso e il vento che ti schiaffeggia asciugandole.Quando alzi la testa o la pieghi per trovare nuovi appigli ti sembra di sentire una musica che varia nei toni e diviene compagna della tua fatica insieme ad una grande felicità.

 In cima volgo lo sguardo in basso e si apre l’immenso.

Arrancare sui sassi

Sulla strada romana – di Lorenzo Salsi

Il fiato, il fiato manca. Arranco, mi trascino il mio bel peso che piano , ma molto piano sta diminuendo. Le scarpe adatte, il bosco ancora verde l’autunno tarda e forse non arriverà neppure. Ogni tanto un sasso slitta sotto il mio piede m’accorgo però che non è un sasso qualunque e che non è slittato lui ma è stato il mio piede che è scivolato, il sasso è ben fermo e infisso per terra e come lui altri , tanti altri , tantissimi…..  Poi passato il cimitero trovi la strada romana, che poi era quella etrusca e ti ritrovi nel bosco …. “buona passeggiata !” così m’aveva detto Fosco l’oste. In effetti neanche ricordavo quelle due chiacchiere fatte dopo un caffè …. Sensazione strana camminare su secoli e millenni di storia, di vite vissute, di avi, forse non miei ma di qualcuno sicuramente. Sì strano effetto che mi prende sempre a contatto con l’antico, torno bambino slaccio la fantasia mi immedesimo, cercocon l’immaginazione volti, voci, discorsi, battute….chissà come e di cosa ridevano gli etruschi (non abbiamo scoperto la loro fonetica). Continuo a camminare scendendo e guardando quei sassi che qualche schiavo o liberto, o affrancato ha messo lì più o meno 2500 / 2700 anni fa, resto senza fiato e questa volta non è il peso a fregarmi ma lo stupore, la consapevolezza di essere del mondo e nel mondo accompagnato chissà da quel che resta nell’aria da chi ci ha preceduto. Miracolo. Mi vien da pensare a tutti i meschini, balordi, stupidi, cattivi che cercano il potere, la potenza, che sopraffanno altri, che illudono, potessero essere qui con me e godere della bellezza di questo posto, della storia, della curiosità che si sprigiona camminando su questi ciottoli.
Oh certo di sicuro c’erano anche all’atto della costruzione persone così, tutto il mondo è paese, ed infingardi, traditori, vigliacchi, approfittatori e razzumaglia umana son sempre esistiti e sempre esisteranno, non c’è da illudersi. Va be’, andiamo avanti anzi torniamo indietro che ora è salita.
Vado però più leggero, rientro in paese e per tornare a casa faccio il giro lungo, saranno 30 mt in più ma passo davanti all’Arce, alle Mura Ciclopiche del periodo ellenistico che forse hanno udito le storie di Alessandro Magno (i contatti fra etruschi e greci furono intensi) e stupisco di nuovo. Mi fermo, respiro, guardo il panorama che è quasi commovente, la mente galoppa anzi rigaloppa e vado a casa certo che domani quando ripasserò da lì proverò le stesse identiche sensazioni di oggi col vantaggio che non mi verranno mai a noia. E già è ora di cena .