Non era un gioco da femmine – di Stefania Bonanni

Non era un gioco da femmine. Piuttosto una specie di stupida prova per dimostrarsi uomini, a vedere l’importanza che davano alla faccenda tutti i ragazzetti di quell’età. Che, a dir la verità, non ricordo proprio quale fosse, anche se certamente era cosa da poco più che bambini.
Era prova difficile, così dicevano. Di certo l’organizzazione partiva da lontano. Dalla costruzione con assi e chiodi di una specie di piccolo lettino, oggi si potrebbe dire un gokart di legno, che si guidava con un “timone” che consentiva solo svolte improvvise e totali, e viaggiava sulla strada per mezzo di certi strani cuscinetti. Per dignità, tralascio di raccontare che tipo di piccoli cuscini pensavo fossero.

Comunque, la costruzione durava parecchio. Ne parlavano dicendo come non fosse mai a punto. Doveva essere perfetto, al meglio delle possibilità, perché era pericoloso. Già, la prova…che era una prova di coraggio. E dopo tentativi vari, nei quali veniva deciso anche l’equipaggio, chi era più adatto a guidare e chi più a stare dietro, si cominciava a sentire che l’avrebbero fatto il giorno tale, e tutti si doveva stare zitti, perché nel caso l’avessero saputo in casa, sarebbero stati sculaccioni e divieti di uscire. E non se ne sarebbe più fatto nulla.
La partenza era dalla Casa del Popolo. A razzo, in discesa.
Il carretto attraversava la strada statale, e questo era il pericolo grosso, quel momento che faceva trattenere il fiato, poi imboccava la strada in discesa che, dopo una curva a gomito, spianava verso l’Arno.
Oltre le grida, gli accidenti, qualche parolaccia, si sentiva lo skrasht skrasht dell’automobilina sui sassi della strada sterrata, poi lo skrasht diventava più fitto, più scivoloso, più veloce, poi un rumore netto, per la curva. E sempre, sul rumore dei sassi, confuso a quello, mescolato, lo strusciare dei sandali che cercavano disperatamente di frenare. La corsa consumava scarpe, piedi, calcagni, a volte anche ginocchia. Il carretto era come le farfalle, quando era pronto, durava poi per una sola impresa. Onore al carretto.