L’acqua in casa – di Ivana Acciaioli

Andare a prendere l’acqua alla fonte in mezzo all’aia era a volte un piacere a volte un peso, ma sempre fonte di litigio con mia sorella.
La pesante pompa di ferro da alzare ed abbassare era un incubo per me, la guardavo sospettosa mentre trascinavo la mezzina di rame vuota, certa che volesse umiliarmi . Mi attaccavo a lei con tutto il mio peso di bambina ma mai sentivo l’acqua sgorgare, ci voleva sempre un aiuto per dare vigore alla prima mossa e questo mi irritava molto perché non ho mai amato le sconfitte. Poi giungeva il primo scroscio e singhiozzando si succedevano gli altri mentre spingevo su e giù fino a veder riempire la mezzina, che immancabilmente non riuscivo a sollevare da sola alimentando altra delusione. Invece mia sorella di cinque anni più grande di me gongolava affermando la sua superiorità.
Quando arrivò l’acqua in casa compresi il significato di “miracolo”. La vecchia pompa rimase al suo posto ma ci dimenticammo di lei.
Il babbo decise di fare il bagno in casa ed una delle camere al piano superiore fu adibita a toilette. Un lavandino e un water si perdevano e si guardavano nella vastità della stanza. La vasca non fu presa in considerazione, forse sembrò un lusso eccessivo. La mamma continuò a farci il bagno, si fa per dire, in piedi nel grande acquaio di marmo in cucina, soffrendo in inverno un freddo terribile.
Il lavandino e il water divennero, fino al disincanto materno, i miei giocattoli preferiti; ascoltare flussi diversi mi incuriosiva, il suono esile della mia pipí e subito dopo quello fragoroso dello sciacquone, mentre il lavandino diventava mare per le mie barchette di carta risucchiate nel vortice quando toglievo il tappo, veri naufragi si perdevano nel bianco della ceramica. Il mistero di dove tutta quell’acqua andasse a finire era un caso per me irrisolvibile.
La mamma intervenne a spezzare incanto e mistero per via di quelle mie lunghe permanenze nella “camera da bagno” come io la chiamavo, spiegandomi che l’acqua consumata andava pagata. Guardai dalla finestra della camera da bagno, si vedeva l’aia con la vecchia pompa e di nuovo sentii il sapore della sconfitta.