per chi non c’era ancora……..un vecchio ricordo di due anni fa
Mese: agosto 2018
Torna settembre

Arriva settembre puntuale, con le sue notti scure, i colori intensi, i frutti pastosi, violacei e zuccherosi, il sole caldo e le mattinate in cui ritorna bello camminare, pensare, trovare nuovi sentieri.
Stiamo per ricominciare anche noi.
Chi volesse proseguire il cammino, che inizierà alla fine di ottobre, mi contatti prima possibile su: lamatitaperscrivereilcielo@gmail.com
I posti sono limitati……
L’ispirazione guida di questo anno sarà IL SUONO, in tutte le sue sfumature più varie.
A presto amiche e amici
Vacanze fortunate
Vacanze e vicinanze – di Ivana Acciaioli

Quest’anno per me le vacanze sono state fortunate .
Ho passato due settimane con mia figlia in periodi differenti. Io e lei viviamo in città diverse e i nostri incontri hanno scadenze per me sempre troppo lunghe.
Ho perfino affrontato un viaggio in aereo da sola per raggiungerla, eppure io preferisco i piedi al suolo.
Abbiamo visitato insieme luoghi ameni e rilassanti.
Assaporato del buon cibo.
Scandito le ore in modo libero senza obblighi o costrizioni, come piace ad entrambe perché in questo siamo simili.
È stato bello condividere tutto il tempo, prendersi reciprocamente cura di noi.
Le acque termali, le spiagge, il mare, le vie cittadine percorse di giorno o di notte, i monumenti, tutto questo poteva anche non esserci per me, perché le vere vacanze sono le sue parole con le quali mi sveglio e mi addormento, i luoghi più belli nell’azzurro dei suoi occhi, il profumo del suo corpo la sensazione più appagante.
Non importa se accanto a lei mi sento vecchia e a volte impacciata, se scopro i miei difetti in modo crudo, se sento che lei può darmi solo briciole della sua vita eppure così preziose, così sazianti per la mia fame materna. Neppure quando percepisco la sua impazienza nei miei confronti vorrei essere in altro luogo, ed il mio silenzio serve per inghiottire, per pensare a mia madre, a quanto mi manca e a quanto forse mancherò anche io a lei, dopo.
Penso a mio figlio, e alle vacanze che con lui probabilmente non farò più, alla sua preziosa vicinanza, al rapporto ugualmente intenso ma diverso che ci lega e mi manca che lui non sia stato con noi come negli anni ormai lontani della loro infanzia, dei loro giochi insieme.
Quante cose perdiamo, per conquistarne altre diverse che negli anni ci accompagnano e ci rendono talvolta partecipi, talvolta spettatori.
Acqua magica
L’acqua di San Giovanni – di Tina Conti

Quest’anno mi sono preparata in tempo, ho invitato amici e familiari ad una cena per la festa del patrono di Firenze, San Giovanni, con il “rito dell’acquetta”, dando indicazioni vaghe e accattivanti sui poteri di questa pozione magica tradizionale che avrei loro offerto.
Nei giorni precedenti ho scelto il catino di terracotta, cercato nei campi le varie erbe e fiori, letto storie e ricette per compiere un rito così delizioso.
Tutto era pronto e sistemato sul tavolo in giardino, ero consapevole e decisa, avevo coinvolto le bambine di casa nella ricerca dei fiori e progettato in grande.
La sera fatidica, però, sono uscita con mio marito a passeggio per la città, in giro con glli amici, poi il gelato e le chiacchiere, insomma abbiamo tirato tardi.
A casa stanca morta, mi sono infilata velocemente nel letto.
Ho fatto un balzo quando ad un tratto mi è venuto in mente il rituale che mi ero proposta di fare. Che figura avrei fatto con gli invitati il giorno dopo per sperimentare l’acqua miracolosa?
Sono uscita in giardino precipitosamente. Era buio pesto, mi ha risvegliata la brezza e il fresco della notte.
Ho osservato un cielo incantato, luminoso, magico.
Il vento di tramontana aveva spazzato impurità e nuvole, non vi posso descrivere la luna, mi è sembrata gioiosa, grande e di una luminosità sconosciuta.
Ho aggiunto ai fiori già pronti le ultime corolle di rosa, strappate dalle piante più vicine prese a tentoni, le foglie di menta e melissa profumatissime, ho aggiunto acqua di pozzo fresca e dissetante e infine è fondamentale l’erba delle streghe: l’iperico.
Sentivo alzarsi gli aromi e inondare la notte di un profumo inaspettato, ho immerso le mani e accomodato le erbe, la magia aveva inizio, i miei sensi si stavano risvegliando, mi sentivo avvolta in un qualcosa di misterioso, nonostante il sonno avrei voluto non finisse mai.
La luna, la rugiada della notte avrebbero compiuto la loro parte.
Al mattino ci saremmo potuti lavare con questa acqua magica, capace di scacciare il malocchio, la malasorte, preservare dalle malattie, rendere la pelle morbida e purificata.
Tutti sono venuti, da otto invitati siamo diventati sedici, tutti avevano un cruccio o un malanno da sanare, chi un esame da superare, chi un desiderio nascosto da raccomandare.
La cena è state leggera e animata, sono stati aggiunti posti a tavola e sedie per tutti.
Per gli assenti sono stati riempiti barattoli del preparato che si poteva con riservatezza usare in un angolo tranquillo e appositamente attrezzato.
La magia si è avverata, quella della vita, dell’amore di stare insieme, ascoltarsi, condividere, vivere vicini.
Grazie San Giovanni! Al prossimo!
A domani
A DOMANI… – di Rossella Gallori

Intraprendo anche oggi, il mio piccolo viaggio, senza soldi, senza bagaglio, le chiavi di casa in una tasca, il cellulare nell’ altra…chissà magari squilla, magari qualcuno mi da il buongiorno, mi chiede dove sono…mi domanda “perché così presto?” …magari hanno bisogno di me…ne sarei felice!
Esco di casa poco dopo l’ alba, sola ma non triste, mi son costruita un mondo mio, in questi 2 km e mezzo…ho ripreso a camminare , dopo mesi, so che è un traguardo, anche se non lo voglio ammettere, io non cambio, galleggio non nuoto.
Le finestre della caserma di Rovezzano sono semiaperte, forse lo sono state tutta la notte, non han paura dei ladri, i carabinieri o forse si, ma sanno fingere bene.
Giro a destra via Della Nave, Elio mi saluta, sta annaffiando, un piccolo paradiso, Adriana sta facendo il caffè, la stradella profuma di “ buongiorno”
Salgo in casa delle mie ragazze, loro sono in America, io…io fingo di esserci, camicia di jeans pantaloni corti sfilacciati, inadeguati per età, fisico e luogo… ma a pochi metri da casa, io sono già un’ altra. Le gatte, mie nipoti di pelliccia, chiedono acqua, cibo ed attenzione…posso farlo, posso fare quasi tutto quando sono serena, quando…
Poi scappo, ho troppi appuntamenti, non posso mancare.
Attraverso il lungarno, che in quel punto sembra una autostrada, fuori dalle strisce, mi vedranno, spero!!!
Ho con me il sacchettino del pane secco, bocconcini piccoli per le mie amiche golose, passo la staccionata che ogni giorno mi sembra meno ostile….e loro sono li, sembrano riconoscere la mia voce, COCCHE CI SONO! LA PAPPA, LA PAPPA….ed inizio a gettare i morsi di cibo, loro volano nell’ acqua ed in un attimo sono li, piccole ma non fragili, ordinate, non litigiose, così diverse da me, ma così famigliari ad i miei occhi, qualche lancio è troppo corto e finisce sul greto…ho sbagliato ma nessuno è deluso nessuno mi accusa, mi fanno credere di aver bisogno di me ed invece, sono io che ho necessità del loro volermi bene BUONGIORNO PAPERELLE …
Ed inizio il mio percorso, facile, dritto, vivo, pieno di saluti, sorrisi, cosce da urlo, celluliti da sballo, Ed io faccio parte di quel teatrino che daRovezzano mi porta al Girone…
Mi affianca un tizio, felice di superarmi, in viso non l’ ho mai visto, non ne ho il tempo, leggo sempre la scritta sulla schiena Zeussssss noto solo che ha un bel culo( per usare un francesismo) …
Arriva lenta e rimbalzante la badante rumena, viene dal Girone ho scoperto che si chiama Aurora, e che è libera dalle 7 alle nove, mi dice ciao Rosela …ho perso la speranza di essere chiamata ROSSELLA, ma non mi arrabbio, sorrido e saluto…ho fretta…
C è il signore con il levriero color aubergine , con tanto di “ RACCATTALANCIAPALLA dal lungo manico, per non piegarsi, per non sgualcirsi, come sono uguali cane e padrone …agili, veloci, freddi..
Da lontano vedo lui, capelli lunghi biondi decolorati….dal sole dell’ Anchetta…mi dice “ ciaooooo” e vola via quanti sforzi per dimostrare qualche mese in meno…..penso….
Mi fermo guardo i moscerini, piccole nuvole di polvere viva, aspetto che passi il treno…non mi piace stare sotto di lui…
Ascolto l’ inno di Mameli, stranamente mi piace, anche se devo riconoscere che si poteva trovar di meglio, la caserma è alle mie spalle, ma non così lontana, Da non sentire il suo saluto, che faccio solo mio!
Qualcuno sui sassi manovra un telecomando, un piccolo motoscafo, galleggia rumoroso sull’ acqua, il pilota è un ragazzo grande, gioca e non si vergogna in questa fetta di paese tra Firenze e Fiesole…
Eccolo si e lui ….arriva il cane con due zampe, ha ruote stupende e colorate al posto degli arti è un capo branco gli altri quattro due passi indietro, se lui si ferma, tutti fermi , se abbaia , tutti lo imitano…chiedo al padrone cosa ne è stato delle sue zampe, un incidente, domando ancora, come fa ad essere così vitale….SA DI ESSERE UNICO, SPECIALE! Semplice no, penso io e mi ripropongo di far due chiacchere con lui, sicuramente potrà aiutare il mio vivere….
Due atlete vere han gia fatto 2 volte la mi strada son donne di Carrara sembran di marmo, sode, ben abbigliate, nemmeno sudate…piene di ausili moderni, dico io, per controllare battiti, velocità, meteo, e chissà cos altro, gioventù….io l’ ho sprecata lavorando…..
Mi scappa pipì, ignoro il segnale, mi siedo nel giardino segreto quello dopo il giardino ufficiale del Girone….ecco arriva il solito signore trampellante, mi spiega che dopo LA BIRINTITE non ha più equilibrio dondola ma non cade, anzi ogni tanto sbircia nello scollo del costume…cavolo non mi son rimessa la camicia!!!
Riparto salutandolo, con un arrivederci frettoloso, inizia a far caldo, e poi non ho ancora incontrato tutti….
C è la Ginger con la sua padrona, lo spasimante della padrona della Ginger….
Incontro LEI che mi parla dei suoi LUI…sembrano sempre lo stesso, ma son diversi, confonde colori con amori, dipingendo sentimenti in bianco e nero con un Arno che l’ affianca, e non la bagna, spesso prendiamo un caffè insieme….poi lei a S.Andrea io per la mia strada, fatta di podisti, campeggiatori abusivi, pescatori di pesci grossissimi ed orribili, che mi auguro, nessuno mangi….farfalle bianche che mi sembrano piccoli fiori, fiori rosa delicati che mi sembrano grandi farfalle….
Son quasi 30 giorni che faccio lo stesso percorso alla stessa ora o quasi, penso alle mie amiche al mare, in montagna, in città stupende…io no, io sono qua nel mio stretto mondo…..Ripassa la badante rumena “ VAI KASA TU ANZIANA FA MULTO CALDU” questa volta rido non sorrido, rimetto la camicia, solo per decenza, lascio l ‘Arno, non son più a casa mia, due ragazzi mi salutano, non li riconosco, forse amici di mia figlia, abitanti di quel mondo Virgin, affollato e banale…ma così giovane e lontano da me.
A DOMANI …PAPERELLE, saluto e trovo nella tasca dei pantaloni due morsini di pane, che un pesciaccio siluro acchiappa al volo, spaventando me e le mie assistite….a domani giuro …e riprendo la strada di casa….sono più tranquilla , stanchina, come tutti i VIAGGIATORI… a domani..
La migrazione delle farfalle

La migrazione di farfalle cavolaie – di Cecilia Trinci
Sciami di piccole farfalle bianche volano sul mare blu, a piccoli gruppi o solitarie, a pelo d’acqua, risalendo le piccole onde di brezza o rimanendo subito sopra la calma piatta di tutta quell’acqua. Sembra che abbiano una meta precisa in mente e vanno avanti strimpellando le alucce con una vitalità inimmaginabile, guardando un punto invisibile davanti a sé, contro il blu del cielo di agosto.
Ogni tanto accade. In stagioni particolarmente favorevoli, quando le farfalle sono troppo numerose. Guardo quei soffi bianchi sul blu e, girandomi, vedo farfalle ovunque…un mare di cavolaie sulla spiaggia tra i bambini e più su, tra i cespugli verdi delle dune come una piccola neve estiva, magica e inattesa. Volano a migliaia, senza fermarsi mai, tutte nella stessa direzione, a sud. Tutto è pieno di farfalle, di questo volo leggero, bianco, silenzioso, saltellante che chiama a seguirlo senza fare domande….dove si va? Via, lontano….nei sogni….seguite le farfalle! Le bianche cavolaie che mio babbo ci faceva vedere tra i fiori, insegnandoci a distinguerle tra le altre tutte colorate. Piccole e indifese, modeste e tranquille le cavolaie attraversano il mare….seguendo un istinto. O un sogno leggero?