Eppure…..farfalle

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Farfalle in cottura – di Lorenzo Salsi

Si prenda una cipolla piccola, fresca, la si sminuzzi finemente  e la si ponga in una padella con 2 cucchiai d’olio evo.
Si mandi a inbiondimento, indi si aggiunga 3 cucchiai da minestra di vodka russa di patate.
Si tagli a listelli del salmone fresco o affumicato del Baltico. Lo si metta in padella con gli altri ingredienti a fuoco basso, guai se soffrigge con violenza. Precedentemente si abbia fatto bollire dell’acqua in una pentola ove, giunta ad ebollizione si versi del sale grosso q.b. indi della pasta secca , attendere fin tanto che la pasta sia a cottura, “al dente”; scolandola ( non troppo) si aggiunga la pasta all’intigolo della padella , alzando il fuoco , se necessario aggiungere acqua di cottura, che oltre tutto servirà a salare il sugo .
Mandare finchè l’acqua non sarà assorbita, arrivando così a cottura completa della pasta.
A questo punto vi son 3 scuole di pensiero :
1) C’è chi aggiunge panna al tutto, risultando però la pietanza assai grassa.
2) C’è  chi ama che  l’effetto cremoso sia dato solo dal glutine della pasta .
3) C’è chi ( e questo son io ) usa 2 cucchiaini da thé di ricotta di capra o di pecora per dar corpo alla pasta e renderla più gradevole al tatto boccale.
Si consiglia come taglio della pasta delle Farfalle .

Farfalle bianche portafortuna

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Farfalle bianche – di Vanna Bigazzi

Ero in campagna con il mio lui, c’erano state grosse incomprensioni, l’atmosfera estremamente precaria. Si presagiva una bufera e così fu. Se ne andò furioso decretando la fine del nostro rapporto. Rimasi attonita, silenziosa, quasi non avevo più la capacità di pensare; mi sedetti sull’erba, ancora non realizzavo cosa fosse accaduto. D’improvviso davanti a me un folto sciame di farfalle,  tutte bianche. “Dicono che portano fortuna le farfalle bianche!” pensai. Veramente non mi sembravano idonee alla situazione che si era creata. Mi rimasero dentro tutte quelle farfalle bianche… Un anno più tardi mi riconciliai con il mio lui e molte volte, poi, riflettei che la fortuna di cui le farfalle bianche avrebbero dovuto essere portatrici, sarebbe stata tutta racchiusa in quell’abbandono se tale fosse rimasto.

Cara Farfalla…..

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Farfalla – di Sandra Conticini

Invidio la tua  libertà che ognuno di noi vorrebbe avere e la tua incoscienza, perché non  sai che la tua vita è corta…. ma bella. Sei contenta perché da bruco brutto che eri, sempre con la paura di non essere visto e schiacciato, ti sei trasformata e sei diventata la regina del cielo colorandolo di mille colori…dal bianco all’azzurro al verde al giallo.  Vorrei essere come te, quando voli non vacilli mai riesci ad  allontanarti dai pericoli in un attimo, lasciando una scia di leggerezza e di stupore.

 

Le farfalle tutte insieme

Il silenzio delle farfalle – di M.Laura Tripodi

La giornata era stupenda. Al mattino avevamo fatto un’escursione impegnativa e nel pomeriggio tutte le donne del gruppo avevano dato forfait. Io però scalpitavo e quando Adriano indicando un punto sulla cartina ha detto: “Abbiamo ancora un paio d’ore di luce, potremmo fare questo sentiero”  io avevo  subito aderito anche se lui si era rivolto solo ai maschietti del gruppo.

“Guarda che c’è tanto dislivello”. Io, immusonita, mi sono impuntata. E li ho seguiti. Quattro maschi imbelviti che andavano come schegge e io che cercavo di tenere il passo, per non cedere, per non dar loro soddisfazione.

A un certo punto però il panorama mi ha rapita. Salendo sembrava che tutto ciò che ci lasciavamo alle spalle rimpicciolisse come per magia. Difficile non soffermarsi a guardare. Un qualcosa mi aveva accompagnata in maniera subliminale, come dire, lo avevo notato con gli occhi e non con la testa. Tantomeno  con il cuore.

Eravamo a circa duemila metri di altitudine e la natura alpina di fine luglio offriva un tripudio di colori e di profumi. Io non ci avevo fatto caso, così piccole, così fragili eppure così veloci.   Le meraviglie dell’insieme mi avevano sottratto quel particolare, come quando si guarda un bel quadro da lontano e non se ne apprezzano alcuni dettagli fondamentali.

Mi avevano preceduto per tutto il cammino. Quando io rallentavo o mi fermavo le ritrovavo  radunate sul terreno a formare una specie di fiore, come quello dell’ortensia. Avevano infatti anche il solito colore: un azzurro intenso, come gli occhi di un caro amico, perduto  quattro anni  prima durante un’escursione sulle Alpi orientali.

Adriano e gli altri mi avevano dato un bello stacco e  li vedevo davanti a me piccoli piccoli. Io mi sono seduta su un sasso concedendomi  un tempo congruo per fare quattro chiacchiere con me stessa e riprendere fiato. Mi è tornato in mente un libro che parlava delle  farfalle monarca, una specie  che in autunno  migra per  migliaia  di chilometri dal nord America fino al Messico e alla California. La storia narrava che per via degli sconvolgimenti climatici avevano perso l’orientamento e dopo un paio di giorni erano praticamente tornate al punto di partenza. Si erano quindi fermate in un bosco ai piedi delle montagne rocciose. Erano tantissime  e Il loro colore  di un bell’arancio vivo aveva trasformato lo spettacolo verde in un manto semovente con le tinte del tramonto.  Milioni di piccole farfalle   arancioni posate sugli alberi e sul terreno.

Mentre leggevo  mi aveva pervaso la magia di  tante minuscole cose che insieme  sono l’immenso.

Il mio sguardo si è posato nuovamente su quel fiore azzurro che sembrava aspettarmi paziente. Allora ho fatto due o tre prove. Mi sono riavviata e loro si sono alzate in volo e sembravano indicarmi la strada . Un  pensiero  mi ha folgorato: quell’azzurro che svolazzava leggero quando camminavo e  diventava un fiore quando mi fermavo era il profondo affetto che mi legava a un caro amico, scomparso tragicamente e mai dimenticato.

Improvvisamente mi sono sentita avvolta dal silenzio. Le farfalline continuavano a precedermi, sembrava con allegria, e  ho realizzato  di non conoscere  in natura  niente di più silenzioso di una farfalla.

Di nuovo mi sono fermata, di nuovo loro si sono radunate sul terreno e hanno formato un fiore.

Ma ormai la tristezza mi aveva pervaso.

Sul cuore ho sentito  che si posava lieve e silenziosa una falena.