Profumo di alba

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Profumo di alba in campagna – di Vanna Bigazzi
Il nonno partiva prestissimo per andare a caccia; purché carcasse di non fare rumore, io mi svegliavo sempre ed aspettavo che se ne andasse per aprire leggermente le persiane. Entrava da quegli spiragli un mondo di odori e di suoni suggestivi che mi immergevano nel verde, in quella magica realtà che si offriva non solo ai miei occhi ma a tutti i miei sensi. Mi aprivo a ricevere quel mare di emozioni: quell’odore misto di erba e di animali, un venticello di nipitella, il canto del gallo, il profumo della stalla. Erano sensazioni forti per me. Ogni mattina nascevo a qualcosa di nuovo…

Profumo sull’acqua del fiume

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Profumi verdi – di Aldo Bombaci

Come descrivere un profumo se non come una sensazione percepita al momento, una suggestione che dall’esterno arriva dentro, ti emoziona, ti mette nella condizione di entrare in uno stato d’animo che poco prima non avevi.
Questa è la sensazione che provo tutte le volte che mi avvicino ad un prato di erba tagliata.
Stamani mentre camminavo lungo l’Arno, di là sul l’altra sponda, all’Albereta, c’era una grossa falciatrice che tagliava l’erba dell’argine.
Nonostante la distanza l’aria era pregna dell’odore classico d’erba tagliata di fresco, e tutte le volte che lo percepisco ho la sensazione di ritrovare un rapporto fisico con la terra, di qualcosa che attraverso il taglio si rigenera, sempre con la stessa intensità, con la medesima generosità di una madre, pronta ad offrire qualcosa di vitale, anche quando non te lo aspetti.