
Primo giorno di scuola – di M. Laura Tripodi
Mi è arrivato, non so da dove, un profumo di primo giorno di scuola.
Che novità uscire di casa e starmene fuori qualche ora, da sola.
C’era un misto di apprensione e di eccitazione.
La scuola, a quei tempi, cominciava il primo giorno di ottobre e l’autunno era davvero autunno. Il profumo che ho percepito sapeva di appuntatura di matite, di aria umida, di alberi spogli e di foglie rimaste a macerare sulla terra bagnata.
E poi l’immagine di un grembiulino bianco e di un fiocco rosa, quest’ultimo aggiustato sotto il colletto con impeccabile precisione.
Però, sull’uscio della scuola, appena lasciata la mano della mamma fui presa da un improvviso senso di abbandono. Non conoscevo nessuna delle mie compagne, ma per fortuna la maestra, nonostante il suo spolverino nero, aveva un’aria molto rassicurante.
Ci chiese di tirare fuori il quaderno a quadretti e le matite. Subito, dal silenzio assoluto dell’aula, nacque un gran baccano di cartelle spostate e serrature che scattavano e quaderni che si aprivano.
Deve essere stato quello il momento in cui si è sprigionato il profumo di primo giorno di scuola.
La maestra alla lavagna ha scritto Quercia – quercia – QUERCIA. Con l’iniziale maiuscola, con l’iniziale minuscola, con tutte le lettere in stampatello. Poi sotto ha disegnato una foglia e una ghianda.
C’era da copiare e colorare.
Non ricordo il risultato di quel mio primo esercizio scolastico. Ma ricordo perfettamente il mio sguardo bramoso ed entusiasta sulla fila di matite colorate che stavano sull’attenti dentro l’astuccio.
Bello il tuo ricordo del primo giorno di scuola col profumo di matite nuovi grembiulini ben stirati cartelle e baci mentre la manina scivola via da quella rassicurante e grande della mamma
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