Senza il bianco….. l’acquarello non esiste

Una serata di acquarelli con Tina, Carla, Mirella, Roberta, Gabriella, Monica e Cecilia

Mentre Tina racconta e spiega come il non riempire tutto il foglio di colore, ma lasciare ampie zone bianche è fondamentale per un buon risultato, raccolgo alcune delle sue parole:

“L’acquarello è imprevedibile”

“L’acquarello va svegliato

“Il bianco scappa da tutte le parti”

E’ il bianco che salva questo acquarello”

“L’acquarello è l’emozione del momento

Neve bianca

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Tanti vasetti pieni di cotone bianco, in ogni vasetto, fra le pieghe del cotone appare una parola e io ne scelgo una che mi porta a pensare al “bianco”: innamoramento.

Neve bianca – di Chiara Bonechi

In questa settimana ho letto le emozioni e le storie del periodo bianco e fin dalle prime immagini bianche sul blog è scoccata la scintilla per questo colore bellissimo che invita alla distensione, al riposo, al silenzio, al piacere di accorgerti di ogni piccolo elemento della natura immerso nel candore e me ne sono innamorata, avevo davvero bisogno del bianco.

E’ un bisogno che ricordo di aver provato fin da piccola.

Quanto attendevo l’inverno perché desideravo la neve!

Il paesaggio innevato che abbagliava di bianco lo vivevo come una magia, tutto si fermava ed erano possibili esperienze impensate. Correvo a cambiare abbigliamento, scarponcelli, guanti, giacca a vento, cappello e via per le strade sperando che la neve attaccasse velocemente, rallentasse il via vai delle auto e nascondesse  voci e  rumori. Era a questo punto che da sola o in compagnia correvo in mezzo alla strada senza preoccupazioni, gustando solo la fatica dei miei passi che affondavano  in quella soffice e per me rara moltitudine di cristalli di ghiaccio.

…Poi è arrivata la grande nevicata dell’85, neve neve neve e il bianco ricoprì ogni altro colore meno che il rosa del volto della mia bambina che proprio in quei giorni di bianco venne alla luce.

 

Presentimento

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Presentimento – di Lorenzo Salsi

Presentimento fu quello che ebbi  una notte dopo un sogno complesso, quasi un incubo.

Sognai e vidi l’uso di velivoli come bombe.
Alcuni giorni dopo ebbi un vuoto bianco nel cuore, un bianco giapponese, un bianco di morte.
Ero su di un trattore, stavo lavorando,  quando mia moglie mi chiamò al cellulare per avvertirmi che le Torri Gemelle erano state colpite da due aerei, anzi da uno …..Partii velocemente per andare alla Villa dove lavoro , in una TV satellitare che abbiamo, usata di solito per le video conferenze, veniva trasmesso proprio in quell’istante l’immagine del secondo aereo che si schiantava sulla Torre Est ( o Ovest) .

E poi tutto bianco, polvere bianca, corpi bianchi, sepolcri imbiancate le auto e poi fogli, fogli, fogli, tantissimi fogli che il teleobiettivo rendeva bianchi, ma erano tutti fogli scritti, da qualcuno che in quel momento stava morendo o viveva un incubo terribile, un incubo bianco.

Notte di luna gigante

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Notte della vita – di Lorenzo Salsi

La Notte della vita, notte baldanzosa, notte di stelle appiccicate al cielo.

Notte, di quelle notti che se sei solo sei in compagnia, di quelle notti che camminando veloce ti fa sudare il collo, poco, quel tanto che ti basta a scaldarti nel gelo di una notte d’inverno.

“Notte fredda come la mano della morte / che prende il cuore mio e poi lo butta là in un fosso” (cit : “Notte”, Lucio Dalla).
Notte fatta di note da solo, su di una spiaggia con una chitarra, senza parole, senza fremiti, fatta di Luna bianca , grande, fatta del riflesso sull’acqua di quella Luna gigante, quasi una lama notturna .