
Flash bianco – di Gabriella Crisafulli
Era il 9 gennaio ed era nevicato. Tutti i programmi andarono all’aria. Si voleva andare a fare una girata ed invece ci trovammo costretti a stare in casa. Si mise su una festicciola danzante per passare il pomeriggio.
Pensando di dover stare fuori all’aperto, mi ero coperta ben bene ed avevo qualche indumento di troppo. Così cercai di adocchiare dove fosse un bagno per togliermi qualcosa, non so, la maglia intima o il golf.
Mi misi a girellare per la stanza sbirciando le porte dell’appartamento. Non volevo chiedere.
Così dopo un’attenta esplorazione senza aver concluso nulla, mi appoggiai ad uno stipite in attesa di venirne a capo.
Dalla parte opposta della stanza c’era un tizio, mai visto e conosciuto, che senza dire una parola mi fece cenno con l’indice in una certa direzione.
Fu così che mi potei liberare di qualche strato di troppo e venni fuori dal bagno con solo la gonna ed una camicetta a righe bianche e nere.
Ero profondamente grata a quel ragazzo che mi aveva tolto da un tremendo imbarazzo in maniera semplice, disinvolta ed anche un po’ sorniona.
Volevo ringraziarlo, ma non sapevo come fare.
Secondo il codice comportamentale di una ragazza meridionale, non è mai lei che rivolge la parola per prima ad un uomo. Così feci quello che mi consentiva la mia morale e cioè mezzo giro di tavolo per avvicinarmi a lui.
Me lo trovai seduto accanto durante un gioco.
Il suo braccio sinistro era alle mie spalle e poggiò per un attimo la mano tamburellando.
La scossa fu fortissima.
Flash bianco.
Innamoramento
1966
Bellissimo. Ma le farfalline nella pancia le hai sentite?
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