
Roberta Morandi: Una panchina sola
Finito un periodo, rosso, ne inizia un altro, bianco, con in mezzo la pausa natalizia in cui i due colori si combinano e si mescolano nelle mille sfumature che solo in natura possiamo trovare.
Il rosso passionale del fuoco, ma anche il rosso ocra dell’autunno, delle foglie mature, del declino, della sospensione, delle emozioni imperfette. Ecco cosa mi porto dietro, un tempo sospeso, delle cose abbozzate e non finite, la melanconia di una foto in bianco e nero nella nebbia, di un albero spoglio, di una storia inconclusa…
Eppure il rosso prometteva passione, fuoco, vita, rabbia, allegria, estate… e più potente e rossa è la stagione, più pacata, tenue e quasi triste è la seguente, come se durante la giovinezza si galoppasse sull’onda dei piaceri e si assaporasse la vita godendo appieno tutto il rosso delle passioni, così che arriva poi il tempo della quiete, del porto tranquillo, della calma e pacatezza autunnale.
Un passaggio necessario, indispensabile su cui fra tutte le emozioni predomina tristezza e fra tutte le immagini, un viale di alberi spogli, una panchina deserta e sola.
Il lato oscuro del rosso: il fondersi nell’ ocra
Il consumarsi dell’estate: l’arrivo dell’autunno
Il bruciare delle passioni: il cedere all’accettazione.