Lorenza: Le bottiglie colorate
Appena ho visto le bottiglie ho pensato:” Ma che ca… volo si è inventata stavolta Cecilia”. Questa donna mi farà diventare matta con la sua stralunata inventiva; non sarà mica un’aliena? Noi fiduciosi e ingenui la seguiamo nei suoi visionari e manipolatori esperimenti e non ci accorgiamo che lei fa di tutto per catturarci l’umanità. Cosa se ne farà poi non si sa. Speriamo bene… Subito dopo il pensiero, accompagnato da un brivido di terrore, è andato alla passata di pomodoro e alla cena della mia vigilia di Natale. Anche quest’anno, come è nella tradizione veneta, dovrò cucinare l’anguilla con la passata di pomodoro, aglio e un po’ d’aceto. Per me è un incubo. (…) Ho ricordi di anguille che fuggivano per la casa, rimpiattandosi sotto poltrone e mobili, con la relativa difficoltà per stanarle. In più hanno la pelle viscida, non si acchiappano e la spellatura è quasi impossibile perché non si riesce a tenerle in mano.(….) Ogni anno chiedo a Babbo Natale di evitarmi questa truce esperienza, ma i miei cari figli tecnologi cibernetici lo pretendono; dicono che, se non c’è almeno un pezzetto di anguilla come è tradizione, non è Natale. Valli a capire te questi giovani! Senza dire che crescendo in Piemonte devo cucinare anche la tradizionale “bagna cauda”. Con questa va un po’ meglio sono solo acciughe sciolte in chili di aglio e burro e mangiate con i peperoni. Una cosa pesantissima che i fantasmi della notte del “Canto di Natale” di Charles Dickens sono una bazzecola. Mi ha sollevato da queste tristi elucubrazioni avere fra le mani la bottiglia azzurra che sembrava un pezzetto di mare con la schiuma sulla battigia. E’ stata quella bella visione che mi ha fatto pensare: “E se quest’anno mollassi tutti lì e me ne fuggissi al mare”?
Eccola qui, Ivana, con il fascino dei suoi “Tartufi alle briciole” a “Buono a sapersi” RAI 1 15 dicembre 2017



