Scritta rossa sul muro – di Stefania Bonanni

scritte-sui-muriLontano, tra gli alberi.

Non tra fronde luccicanti che ballano al vento, non tra tronchi diritti come sentinelle…

Lontano, più lontano. Non è tempo di capelli al vento, non è tempo di stivali delle sette leghe che rivestono gambe capaci di passi lunghi e distesi. Bisogna guardare dove di solito non si posa lo sguardo: giù, all’ingiù.

Ora c’è bisogno di fare spazio, e cercare di vedere quello che è nascosto bene. Bisogna indovinare quello che è invisibile da sopra, per capire il lavoro delle talpe cieche che non hanno mai smesso di scavare gallerie tra le radici. E continuano a collegare radici, a mettere in contatto legami, che qualcuno si accorga o che il lavoro resti sconosciuto.

Il senso è riconoscere le radici, liberarle dalla polvere e contare rami e foglie che da lì hanno avuto vita.

Poi leggo, scritto rosso su un muro: senza radici non si vola.

Il rosso delle donne – di Tina Conti

010Dopo colazione  apro l’armadio. Dentro c ‘e molta confusione: abiti estivi e invernali lottano per trovare un p’o di spazio. Sarebbe necessario fare ordine,   non ne ho voglia , oggi farò altro. Che decisione coraggiosa, non è da me: starò migliorando?
Porto a scuola la piccina con la bici, a lei piace tanto e poi…….per fortuna rimane lì senza problemi,  la vedo consapevole e attratta dalla nuove situazione questo placa il mio animo di nonna, riprendo la bici e  via passando da  via di Belmonte… Che spettacolo, luci, colori, architetture, oggi il gruppo di mucche si è spostato sopra la strada, appena scollino appare la cupola del Brunelleschi e la miniatura delle case della città.  È uno spettacolo che ferma il respiro  i colori mi avvolgono devo stare attenta a non finire in un fosso. Mi fermerei da Piero penso  quando sono vicino alla sua casa, forse lo trovo, so che ha iniziato a cogliere le olive, posso prendere  le uova fresche.  Chiedendole alla sua mamma mi farei dare anche quelle piante di pesche tardive che mi ha promesso. La mamma  è sul piazzale, mi saluta ma non mi riconosce, devo parlare forte  perché sente poco, la vedo serena,  me la ricordo dopo una caduta con il braccio al collo e molto spaventata. Mi racconta che ha fatto novant’anni e che lei nel campo non ci va più.   Piero ritorna con il fucile, ha fatto un giretto di prima mattina  prima di andare a raccogliere, ha un viso fresco e soddisfatto:  è riuscito a iniziare il giorno ascoltando le sua passione.   Poi  raggiunge la  squadra  storica di raccoglitori.
Riparto con solo due uova, un cane ha fatto fuori 5 galline  e le restanti non  producono abbastanza per  accontentare tutti.
Il progetto mattutino era di andare alla fonte della Fata Morgana,  a Grassina voglio fare delle foto da mandare agli amici che con me hanno visto la scultura del Giambologna a palazzo Strozzi fatta per essere collocata in questo luogo.
Imbocco via delle fonti, ricevo i complimenti di un gruppo di pensionati per la velocità con la quale affronto la salita, non hanno notato che sono dotata di batteria elettrica per pedalata assistita. Mi prendo  i complimenti e proseguo. Guardo alle finestre della casa di Grazia, deve essere in casa, non l’ho sentita da giorni,  mi fermo a vedere cosa combina. Entra, vieni !  No! Sono di passaggio, non ho messo neppure il lucchetto alla bici . Dai, mettila dentro al cancello. Prendo un caffè e poi riparto. Questa stradina è proprio adatta per un’uscita al sole prima di pranzo , incontro anziani, badanti, amici che si fanno compagnia.
Dopo le foto riparto di gran lena, mi fermerò al forno per prendere la schiacciata per la merenda delle ragazze e un po’ di verdura al banchetto dei contadini.
Guardo l’orologio, mi sono dedicata quasi due ore, però che leggerezza,  che felicità fare le cose come capitano  seguendo il momento, quanti orpelli condizionano la nostra vita, come deve essere diverso sentirsi sempre leggeri e liberi. Io non ne sono capace non so se mi farebbe sentire a mio agio ma ci voglio pensare.