ROSSO GARANZA[1]
Non mi ha schiacciata e nemmeno protetta dalla burrasca della mia infanzia, ma rimpiango quel nascondiglio, dove, obbiettivamente, se solo lo avessero voluto, mi avrebbero trovata e aiutata ad alzarmi, porgendomi mani e cuore. Non l’hanno fatto e ne sono uscita da sola, una bimba quadrupede dagli occhi persi, senza una visione nitida dell’oggi e del domani, con uno zaino pesante dal nome “Ieri”.
E ci ritorno ancora sotto quel tavolo di “ MARMO ROSSO”, che poi tanto rosso non era se non per una venatura color lacca di garanza, che lo attraversava nel grigio totale, più un difetto che un pregio, era la passione di mia madre, quel trofeo da cucina, l ‘ unica cosa sua, che “QUELLI”, i tedeschi, diceva, non si erano portati via…..aggiungendo poi , facendo il gesto di sputar per terra: meglio i gioielli, i quadri, le persone…maledetti.
Era il mio rifugio, avevo e portavo lì tutto quello che mi serviva, anche di più: foto…pane burro e sale ..un orso un po’ intignato…il libro Pinocchio ancora incartato del mio babbo, troppo prezioso per leggerlo, sgualcirlo….la scimmia di lana nera con la pancia rosa fatta da mia madre ( bruttissima) …due matite e una gomma che non usavo per non sciuparle, cose mie, solo mie , come il quaderno con la copertina lucida ed una radio portatile che funzionava male .
Poi ci ho portato anche quello che non avevo: sogni , progetti, ricordi, canzoni inventate, poesie fasulle colori , carezze e baci…sì baci….tanti baci.
Gli scrittori, quelli veri, sanno trasformare la bugia in realtà, un’idea diventa un buon romanzo, io, la mia verità non la so nemmeno aggiustare, porgere. Sembra tutto un unico ricordo, e quando questo diventa troppo pesante , torno sotto quel tavolo “NON ROSSO “ di marmo che chissà dov’è; quando non dormo e la luna stronza non ha voglia di sparire, e è troppo tardi per dire buonanotte ad un amico e troppo presto per chiamarne un altro, quando la voglia di caffè è forte come quella di un abbraccio, quando sono stanca dentro e fuori, quando il sole è troppo vigliacco per scaldarmi…ma più che altro, soprattutto ….quando ho PAURA…
[1] garanza s. f. [dal fr. garance, che è dal franco *wratja, a sua volta prestito del lat. brattea]. – 1.Pianta tintoria detta più comunem. robbia. 2. Colore rosso ottenuto dalla radice di questa pianta.